di Marco Maria Freddi
C’è stato il tempo delle misure antibivacco.
C’è stato il tempo del berlusconismo, con la sua eredità lasciva, specchio fedele di una struttura morale tanto vicina all’italiano medio: conservatore, clericale, egoista. Un’epoca che ha modellato un Paese intero, lasciando dietro di sé tracce profonde e indelebili.
C’è stato il tempo dei Memorandum con la Libia, degli accordi stipulati con sindaci improbabili, personaggi eretti a pilastri di fiducia. Una fiducia costruita per placare le nostre coscienze, senza mai lenire le ferite inferte da torture disumane, né fermare l’emorragia di vite spezzate di persone che osavano sognare un futuro migliore.
C’è un tempo per tutto, e in questo tempo di fluidità politica, di populismi rampanti e di un consenso comprato al ribasso, tutto scivola via, normalizzato, accettato come inevitabile.
Oggi viviamo il tempo dell’odio implacabile, delle bugie tronfie, del razzismo, della xenofobia sfacciata e delle ostentazioni fasciste senza più timore. Siamo nella stagione dei racconti semplici, delle spiegazioni urlate, dove più alto è il volume, più virulenta è l’intolleranza, più sicuro è il successo elettorale. Questo fenomeno non conosce barriere sociali: dai centri storici alle periferie più dimenticate, l’eredità del trumpismo e delle destre estreme al governo del Paese ha radicato un patriottismo distorto e miope.
Non c’è più tempo, non possiamo permetterci di continuare a perderlo. Non per il lusso di riflettere sui principi o su quell’etica che dovrebbe essere la spina dorsale della nostra convivenza civile, soprattutto dopo l’orrore fascista e il disastro della Seconda guerra mondiale… La paura è stata eletta ad arma, il linguaggio più efficace per dialogare con i cittadini.
C’è stato il tempo delle misure antibivacco, poi dell’esercito schierato in stazione, e ora delle fioriere antibivacco, mute testimoni di una strategia che cambia solo forma, ma non sostanza. Intanto, la sinistra riformatrice, liberale, democratica, si affanna a trovare un senso, una ragione per cui essere creduta forza del cambiamento. E mentre si adatta a rincorrere le pulsioni più basse, cercando di spiegare l’indicibile a cittadini e commercianti sempre più lontani dal prendersi la responsabilità di pensare, il tempo continua a scorrere.
C’è stato il tempo delle misure antibivacco, era il 2012, e oggi, dopo anni, nulla è davvero cambiato. E all’orizzonte, l’inerzia resta sovrana.
- Leggi anche: La notte del sistema democratico occidentale
(12 novembre 2024)
©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata