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Caro Direttore, dallo sciacallaggio mediatico alla giustizia forcaiola ai piedi sull’art.27 della Costituzione…

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di Marco Maria Freddi #CaroDirettore twitter@parmanotizie #Politica

 

Caro Direttore,

in questo strano paese dove l’articolo 27 della Costituzione viene quotidianamente calpestato, infangato e oltraggiato, riemerge poi all’improvviso, brandito come una bibbia quando si vuole salvare i propri amici – o la propria parte politica – dalla gogna del moralismo d’accatto, questo non è un paese garantista abitato da garantisti, questo paese non è abitato da persone libere.

Questo è il paese dello sciacallaggio mediatico, di destra e di sinistra, quello della giustizia forcaiola che farebbe marcire in carcere i detenuti, quello della giustizia fai da te, il paese del garantismo da convegno del fine settimana, quello del garantismo a corrente alternata pronto a scandalizzarsi, mostrarsi sempre indignato in modo ipocrita, insomma, un paese garantista coi potenti e giustizialista con i deboli.

Ho letto tutti i commenti “politici” del caso Svoltare Onlus e sono io ad essere scandalizzato, scandalizzato dagli autoproclamati sacerdoti del finto ed ipocrita garantismo di facciata.

La reazione degli esponenti della lega non mi stupisce, ogni occasione è buona per i racconti d’odio verso immigrati e diversi, occasione propizia per additare il terzo settore di arricchimenti impropri.

Questi racconti arrivano facilmente al basso ventre delle persone ed è per questo che i cittadini, le persone di questo paese riescono a lavarsi la coscienza giustificando scelte di leggi disumane come gli accordi con la Libia o i decreti sicurezza, coscienze convinte dai racconti d’odio.

Provo invece scandalo e vergogna per le dichiarazioni a “sinistra”, da esponenti delle associazioni appartenenti alla chiesa cattolica locale, dai tanti personaggi che a “sinistra” popolano politicamente questa città e non tanto per le richieste di spiegazioni all’amministrazione o anche alle richieste di dimissioni ma per quel tono di superiorità morale, moralistica e di perbenismo dalla facile spiegazione a tutto che è tipica proprio dei “cesiolanti” cattolici e di sinistra e ancor più “cesiolanti” quando a sinistra della sinistra.

Conserverò tutti gli articoli e quando tutto sarà finito – tra tanti anni di gogna e sofferenza – e finita sarà l’esperienza di Simone, li tirerò fuori, li ripubblicherò uno ad uno e di fronte ad una sicura condanna per errori amministrativi che si trasformeranno inevitabilmente in reati penali – mi rifiuto di pensare e credere a reati con dolo – chiederò a voi, cari miei cattolici e compagni di sinistra, uno ad uno se davvero la croce Simone se l’era davvero meritata.

Mi sono illuso, mi sono illuso che il mio contributo politico potesse far vivere qualcosa di nuovo nel mondo della società aperta parmigiana, provando a portare il merito, l’accountability e le assemblee dei cittadini al centro della conquista del consenso elettorale ma questo paese è immaturo e condizionato dai troppi conflitti di interesse anche tra chi di poveri si occupa o si sente riformista.

E mentre sconfortato leggo e rileggo i commenti guardando ai paladini dell’onestà-tà-tà, ai paladini cattolici e di sinistra del garantismo ad personam, comprendo sempre più la vita e le speranze di Marco Pannella, speranze che non valgono per tutti i cittadini italiani, il nostro imputato è già considerato colpevole senza aspettare la condanna definitiva, la pena già consiste in un trattamento contrario al senso di umanità e la pena di morte è ammessa, una morte per pena, per indotto sospetto e condanna preventiva.

 

(2 gennaio 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 




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