di Spinella #Ravenna twitter@bolognanewsgaia #6000Sardine
Mentre Salvini gemeva la straziante solitudine del suo dialogo spirituale con Medjugorje in diretta concorrenza con Paolo Brosio, migliaia e migliaia di Sardine occupavano pacificamente Ravenna, intasavano strade e salutavano l’ex ministro dell’Interno e l’invisibile Borgonzoni. Arrivavano da tutta la Romagna: Lugo, Castelbolognese, da ravenna, dalle città vicine tutti uniti in nome dell’antifascismo e contro l’odio. Perché di odio anche basta.
Contro la violenza, le bugie in politica, il divide et impera, la manifestazione si è spostata dal 4 al 5 dicembre, giornata in cui arrivava l’uomo della madonna in città, celebrando così anche il 4 dicembre, giorno della liberazione di Ravenna dal nazifascismo. Per ricordare a chi fa finta di niente che l’Emilia Romagna non dimentica.
Poche ore prima anche ad Ancona, nemmeno troppo distanze, le Sardine avevan chiesto “permesso” e le porte erano state aperte in modo fragoroso. E’ un trionfo della folla pacifica e festante che dice “no” che dice “basta”. Basta a questa gente che sta lì da trent’anni ed ha devastato il vivere civile, diviso il paese e distrutto l’economia per la ricchezza di pochi. Verrebbe da dire di uno.
Altro che Europa. I responsabili sono loro. Che stanno ancora lì a raccontarla, nel modo più semplice, ai semplici che stanno ad ascoltarli perché non hanno altri mezzi.
(6 dicembre 2019)
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