di Marco Maria Freddi #liberamenteradicale twitter@parmanotizie #Cannabis
In questo periodo si parla molto di droga e molto di cannabis grazie alle invettive del Ministro degli Interni Matteo Salvini. Se ne parla in modo ideologico anche se la politica “dovrebbe” avere il coraggio di parlarne in modo ragionevole attraverso i numeri.
Sono circa 6 milioni gli italiani, secondo l’Istat, che fanno uso di cannabis, il 32% della popolazione tra i 18 e i 65 anni ha provato la cannabis almeno una volta nella vita, cosa che corrisponde in valore assoluto a circa 12 milioni di persone. Il 19% della popolazione tra i 18 e i 34 anni ha provato almeno una volta alla cannabis nell’ultimo anno.
La cannabis è illegale, tutte le sostanze sono illegali ma la vendita illegale di “droga” produce in Italia un fatturato di circa 14,2 miliardi di euro – naturalmente a beneficio della malavita – di cui circa il 28%, pari a 4 miliardi di euro, è riferibile alla cannabis. La cannabis è illegale anche se è zero il numero di morti che causa, non nell’ultimo anno, non gli ultimi 10 anni ma da sempre, contrariamente ad altre sostanze come l’alcool che ogni anno provoca circa 30 mila morti.
Da 2 a 6 anni è la pena prevista per chi detiene cannabis allo scopo di cederla a terzi, se si tratta di “droghe pesanti” i numeri salgono e la pena sale da 8 a 20 anni.
Il 34% della popolazione carceraria italiana è detenuta per problemi relativi alla droga e quindi il 34% dei procedimenti, il 34% del lavoro dei Tribunali e Matteo Salvini – lungimirante lui – in questa situazione dice di voler moltiplicare per 10 le pene per i reati legati alla droga.
Ogni anno, in modo illegale, si consuma in Italia circa una tonnellata e mezza di cannabis e questo da luogo evidentemente ad un’attività di repressione, attività di repressione, soprattutto concentrata attorno alla cannabis, che costa nostro paese circa 20 miliardi di euro l’anno. Una delle iniziative più famose degli ultimi tempi, in tema di repressione, è stata l’operazione scuole sicure, quella in cui i poliziotti andavano – e continuano ad andare – nelle scuole per perquisire e sequestrare droga ai ragazzini.
Bene – come ho già scritto – questa operazione, al netto dell’abdicazione educativa dei presidi in favore della poco educativa repressione, ha fruttato in tutto il sequestro di 5 kg di sostanza ed è costata ai contribuenti italiani 2 milioni e mezzo di euro e l’impiego di 3500 agenti, pensando ai numeri di consumo nazionale, davvero un grande, grandissimo successo.
L’ultimo grido della repressione salviniana è la guerra contro la cosiddetta cannabis light, la cannabis a basso contenuto di THC. Si tratta di una filiera che dà lavoro a circa 10.000 addetti, che comprende circa 800 aziende agricole, 1500 aziende di trasformazione e commercializzazione e circa 3000 negozi. Secondo il ministro, la cannabis light è una piaga del nostro paese, anche se alcuni studi dicono chiaramente che la vendita della cannabis light ha ridotto del 14% il commercio illegale di cannabis, ha diminuito di circa 100 milioni di euro il fatturato delle mafie ed ha portato a circa 80 milioni di euro di fatturato legale e quindi tassabile per le casse dello Stato.
Si parla spesso di cannabis nel nostro paese, in modo ideologico, grazie al ministro Matteo Salvini ma bastano pochi numeri per dimostrare che il modo in cui la questione cannabis viene affrontata è semplicemente una follia. Questi numeri, non le posizioni ideologiche di qualcuno, ci dicono che la legalizzazione è l’unica strada percorribile e ragionevole.
(2 luglio 2019)
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