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Sarà aperta fino al 20 aprile la mostra “La Viola nell’arte. Galleria di violette, dall’Impressionismo al Surrealismo, attraverso il Liberty e le prime Avanguardie”, curata da Giulia Perin; un percorso alla ricerca delle violette e dei loro affascinanti significati in alcuni importanti capolavori dell’Arte tra l’Ottocento e il Novecento; mentre negli spazi della Biblioteca di Alice riprenderanno le attività di osservazione scientifica e fantasia olfattiva.
Le viole, già dipinte agli inizi del Cinquecento da Albrecht Dürer in un delicato acquerello, oggi conservato all’Albertina di Vienna, ottengono un’attenzione rilevante da parte del mondo artistico, soprattutto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dall’Impressionismo al Surrealismo, attraverso il Liberty e le prime Avanguardie. Passeggiando tra le piante di violette, il visitatore potrà ammirare piccole riproduzioni di capolavori artistici in cui sono immortalati, in tutta la loro brillante e misteriosa bellezza, mazzetti di questi fiori.
Nella Parigi del secondo Ottocento molti artisti scelgono di rappresentare questi fiori. Edouard Manet, per esempio, ritrae l’amica e collega Berthe Morisot con un mazzetto di viole sul petto in un’opera oggi tra le più celebri del Musée d’Orsay. Tra gli impressionisti, anche Pierre-Auguste Renoir e Claude Monet non resistono al fascino delle violette, il primo in “La fin du déjeuner” e “Danse à Bougival” e il secondo nel commovente “Portrait de Camille”. Nel passaggio fra Ottocento e Novecento, negli sfarzi della Belle Époque, le viole assumono il ruolo di accessorio imprescindibile delle nobildonne dell’alta società, emblema dell’eleganza dell’epoca, come dimostra il magnetico ritratto de “La marchesa Casati con un levriero” di Giovanni Boldini.
Il nostro delicato fiore è nel Novecento al centro di una fusione tra la forza visiva e il gioco verbale: il nome viola-violetta innesca catene di associazioni verbali, visive, tattili e sonore. Queste associazioni le ritroviamo in Belle Haleine-Eau de voilette di Marcel Duchamp e in La Grande Guerre di René Magritte.
Fiore dai tanti significati, la violetta, i cui semi erano sparsi da Goethe durante i suoi viaggi per diffondere la bellezza nel mondo, ha affascinato intere generazioni di artisti e ciascuno di essi, a suo modo, ha cercato di coglierne il fascino e di svelarne il mistero.
Il profumato percorso nella serra terminerà davanti alla meravigliosa Promenade di Marc Chagall che, oltre alla bellezza dei colori, lascerà a tutti i visitatori un messaggio di amore.
Fra le varie iniziative previste per la mattina del 23 e del 24 sarà possibile prendere parte a “Il faut cultiver notre jardin”, passeggiate nel Giardino Ducale con intermezzi di teatro e lettura e alle attività di osservazione scientifica e di “fantasia olfattiva” presso la Biblioteca di Alice a cura di Anna Rita Bottazzi
La mostra, che resterà aperta fino al 20 aprile, è curata dall’associazione Parma Color Viola in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Parma. La visita alla mostra proseguirà anche nei tre weekend successivi all’inaugurazione (domenica solo alla mattina) e si concluderà sabato 20 aprile. Durante le giornate di apertura della mostra la Guardiola di Ponte Verdi sarà aperta al pubblico per informazioni e per la vendita delle piantine di Violetta di Parma a fiore doppio.
(21 marzo 2019)
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