di Marco Maria Freddi
a Direzione provinciale del PD ha confermato la composizione dellla lista per le Regionali in Emilia-Romagna: ci sono Barbara Lori e Matteo Daffadà, Assessore e Consigliere Regionale uscente; Andrea Massari, già Presidente della Provincia di Parma e Sindaco di Fidenza; Giuseppe Negri, avvocato e componente della Segreteria Provinciale del PD; e Dayla Briganti, avvocato e Segretaria del PD di Salsomaggiore. Queste sono candidature eccellenti, e senza alcun dubbio, la competenza e la dedizione emergono come tratti distintivi di ciascuno di loro.
Nel 2007, ero al Lingotto. Per chi, come me, ha sempre nutrito una passione profonda per la politica e gli ideali fatti vivere e fatti vivere con il corpo, l’idea che potesse nascere in un Paese profondamente conservatore come l’Italia, un contenitore Democratico capace di accogliere diverse culture politiche democratiche liberali, nonostante l’ingombrante eredità partitocratica democristiana e comunista, rappresentava l’avverarsi di un sogno. Lo vivevo e penso possa davvero essere il giusto strumento per lottare per una società più giusta. Ma osservando queste candidature, mi rendo conto che la dirigenza del PD parmigiano non sembra cogliere i cambiamenti epocali in atto. La sinistra liberale riacquisterà credibilità e riconoscimento solo se intraprenderà un cambiamento radicale. È fondamentale saper affrontare le sfide contemporanee, essere protagonisti di scelte che rispondano ai bisogni reali della popolazione, sapendo leggere il tempo che viviamo.
Nel giro di un paio d’anni, l’applicazione dell’intelligenza artificiale cambierà il mondo che conosciamo e, se il Partito Democratico non riesce ad attrarre le nuove generazioni, uniche capaci di una lettura della realtà, non riconquisterà mai il supporto delle persone per costruire un futuro migliore. Serve una squadra più giovane, non solo più attenta ai bisogni delle nuove generazioni, ma capace di leggere le nuove generazioni. Una squadra capace di leggere il presente e di costruire un futuro sostenibile.
Continuo ostinatamente a iscrivermi al Partito Democratico, guardando a una possibile speranza. Eppure, questo partito è ancora appesantito dalle incrostazioni del passato, conflitti di interesse con la Chiesa e una costante ricerca di consenso tra aree e persone che oggi sono più fluide dell’aria, appesantito dalla gestione del potere per il potere. Non è solo un’occasione mancata quella di presentare cinque giovani o giovanissimi alle prossime elezioni regionali, che avrebbero evidenziato la consapevolezza del bisogno di un profondo cambiamento, ma è una sconfitta per tutti. La coscienza che la dirigenza parmigiana non ha la capacità di leggere il presente, la realtà e guardare al futuro, ma si aggrappa solo alla vecchia e consueta ricerca di garantire potere e continuità alla propria classe dirigente.
Questa scelta della dirigenza parmigiana è una condanna senza appello alla loro incapacità di leggere i segnali dei tempi. Insistere su candidature che rappresentano il passato è un lusso che il Partito Democratico non può più permettersi. La palla ora passa ai giovani del Partito Democratico. È a loro che spetta il compito di risvegliare le coscienze e di imprimere una nuova direzione al partito. Non possono più limitarsi a essere spettatori passivi, ma devono diventare protagonisti attivi di questo cambiamento.
Chiedo a tutti gli iscritti e ai simpatizzanti del Partito Democratico di farsi sentire. È necessario esercitare una forte pressione sulla dirigenza, chiedendo un rinnovamento profondo e radicale. Solo così potremo ridare speranza a questo partito e renderlo protagonista della vita politica del Paese.
(19 ottobre 2024)
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