Sia il giornale locale che i social in questi giorni hanno raccontato quanto è successo al “piccolo Koda”, dimenticandosi di parlare di chi lo ha accompagnato che chiameremo Kenai (prendendo a prestito il nome del compagno di avventura della storia Disney). Se è facile infatti entrare in empatia con un cucciolo che ora non c’è più, è pur tuttavia vero che anche Kenai e per lui la sua famiglia umana, merita di essere ascoltata.
Qui di seguito la ricostruzione che mi è stata fornita, con la precisazione che ho cambiato i nomi sia del cane che delle persone coinvolte.
“Mercoledí 23 agosto ore 19,15 – mi spiega la mamma della proprietaria del cane – sono uscita con Kenai per la passeggiata serale. Giunti su via Bramante ho attraversato la strada sulle strisce pedonali in direzione dell’area cani posta all’incrocio con Via Ognibene notando che al parco c’erano molte persone, ho proseguito costeggiando la pista ciclabile.
Giunta all’area cani, che era libera, sono entrata, ho chiuso il cancello e appeso il guinzaglio allo stesso poi mi sono recata verso la fontana per preparare l’acqua fresca nella ciotola presente. Nel frattempo é arrivata una signora con un barboncino marrone che mi ha chiesto se poteva entrare perché il suo cane voleva giocare.
Ho risposto che il mio cane non va d’accordo con i cani di piccola taglia tantomeno se maschi, ma lei ha insistito dicendo che il suo cane era un cucciolo e voleva socializzare.
Mi sono chinata per riempire la ciotola dell’acqua, non ho fatto in tempo a ribadire alla signora di non entrare che aveva già aperto il cancello e Kenai è balzato verso il suo cane.
Sono corsa immediatamente verso il cancello e ho afferrato Kenai dal collare facendogli lasciare la presa. La signora è uscita con il cane in braccio ma non c’è stato nulla da fare.
Un signore che abita poco distante dal luogo dei fatti, si trovata a passare proprio nel momento dell’accadimento dei fatti e si è fermato a guardare. Le grida della signora hanno attirato l’attenzione di tutte le persone presenti al parco che hanno cercato di tranquillizzarla e soccorrerla mentre io restavo attonita all’interno della area cani.
Una signora è uscita di casa portando acqua e bicchieri di plastica per dare ristoro alla proprietaria del barboncino che inizialmente sosteneva che io le avessi detto di entrare poi ha cominciato ad affermare che era tutta colpa sua.
Giunta sul posto la figlia, si è rivolta a me chiedendomi le generalità, che le ho fornito, successivamente le due donne con il cane, su suggerimento di alcuni presenti, sono andate da un veterinario. Ancora scossa dell’accaduto sono rimasta qualche minuto ancora nell’area cani cercando di riprendermi bevendo sorsi d’acqua dalla fontana. La signora che era uscita di casa con la bottiglia, si é avvicinata alla rete e ha offerto anche a me un po’ d’acqua che gentilmente ho rifiutato in quanto avevo già bevuto.
Durante tutto questo lasso di tempo, nonostante i curiosi in prossimità della recinzione fossero molti, Kenai non ha avuto alcuna reazione nei confronti delle persone, solo un accenno di abbaio ad un bassotto maschio che si trovata a passare in direzione di stradello Polizzi.
La proprietaria di questo bassotto si è fermata un attimo per chiedere cosa fosse successo, il signore ancora presente, gli ha spiegato l’accaduto in mia presenza e Kenai, al mio fianco, si è tranquillizzato lasciandomi parlare tranquillamente.
Quando tutta la gente si è dispersa sono uscita dall’area cani mettendo il guinzaglio a Kenai e sono rientrata a casa senza più avere altri incontri. Ho atteso tutta le sera e il giorno successivo una telefonata dalla la proprietaria del barboncino in quanto ancora non sapevo nulla di come stesse il suo cane, ma sono venuta a conoscenza di tutto solo leggendo il giornale venerdì mattina.
Le settimane precedenti il fatto la signora col barboncino era passata più volta davanti alla mia abitazione e vedendo Kenai aveva tentato di avvicinarsi alla recinzione in quanto sosteneva che il suo cane, cucciolo voleva giocare ma sia io che mio marito le abbiamo sempre detto che il nostro cane non avrebbe mai giocato con il suo in quanto non ama i cani di piccola taglia anche se cuccioli”.
Questa la pacata ricostruzione che ho raccolto, e siccome si è a lungo parlato di Koda come cucciolo di barboncino che voleva solo socializzare, mi prendo qualche riga per descrivere Kenai.
Kenai è un rottweiler di 7 anni, proveniente da un allevamento di Felino, che ha seguito diversi percorsi educativi interrotti l’anno scorso per problemi di artrite che gli hanno imposto un periodo di riposo, risiede a pochi passi dal parco e gli abitanti del quartiere conoscono sia lui che la sua famiglia.
In risposta poi a quanto dichiarato da Gabriella Meo in punto patentino (sulla cui utilità per la modalità esclusivamente online e per la classificazione delle razze per il quale è stato previsto l’obbligo ho già in passato espresso seri dubbi), vorrei tranquillizzare l’amministrazione comunale in quanto mi risulta che la famiglia abbia seguito il corso e acquisito il patentino. Vorrei tranquillizzare sul punto anche il sig. Giorgio Mezzatesta che nella sua lettera al direttore del giornale locale raccomanda percorsi educativi, in quanto Kenai li ha seguiti. Venendo ora ad analizzare il luogo dell’incidente va precisato come l’area cani sia posizionata in maniera da essere interamente visibile non solo da chi vi accede ma anche da chi passa per il parco e per la strada che lo costeggia, che immediatamente al lato dell’accesso vi è una bacheca che illustra chiaramente come usufruire di tale spazio.
In particolare si legge (vedi foto in alto):
- Il conduttore deve entrare/uscire dall’area con il cane al guinzaglio. Il cancello deve essere sempre chiuso.
- Qualora siano presenti altri cani chi entra deve dare il tempo a chi è già all’interno di mettere in sicurezza il proprio cane.
Nessuna delle indicazioni prescrive l’uso della museruola e anzi specifica che:
- I cani possono muoversi e giocare sotto il controllo del conduttore presente all’interno dell’area.
Specifica poi come;
- Il cane di indole aggressiva di indole aggressiva deve frequentare l’area in orari di scarsa affluenza e non in presenza di altri cani.
Kenai era solo nell’area cani, anche dalla versione della padrona di Koda risulta che il cane era stato visto e che vi sia stato contatto tra le due donne.
Il contenuto della conversazione e la ricostruzione di quanto è accaduto invece non coincide esattamente, ma la posizione del guinzaglio di Kenai (sul cancello) e della proprietaria (che stava riempiendo la ciotola di acqua fresca) non soddisfano il requisito del secondo punto sopra riportati, non avendo permesso infatti la messa in sicurezza di Kenai. Gli accertamenti stabiliranno cosa sia in concreto accaduto, Koda non c’è più ed esprimo il mio cordoglio alla sua famiglia.
Socializzare un cucciolo non vuol dire farlo stare con chiunque, ma cercare per lui le compagnie migliori, la differenza di età e la tipologia di cane vanno sempre presi in considerazione. Rispondo infine anche alla lettera di Stella Piazza che raccomanda una suddivisione delle aree cani in zone distinte e raccomanda la manutenzione delle stesse.
Come presidente del Comitato Cittadella per Parma ho spesso documentato lo stato di abbandono e degrado dei parchi cittadini e delle aree cani in particolare e non solo del quartiere nel quale vivo, e mi associo quindi alla richiesta illustrata in questa missiva, pur non ritenendo che la suddivisione in zone possa essere la soluzione, credo infatti che porterebbe ad una maggiore manutenzione, con risultati discutibili.
Così la nota, pubblicata integralmente, inviata dalla Presidente del Comitato Cittadella per Parma, Isabella Grassi.
(26 agosto 2023)
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