di Isabella Grassi #librettidozi
Eccoci di nuovo qua a parlarvi della rassegna Spazi d’Ozio, degli spettacoli teatrali e con gli appuntamenti della frase della settimana da scoprire insieme, e del racconto che prosegue con quanto successo la trascorsa settimana. Ma andiamo con ordine.
VITTIMA E CARNERFICE ben due anche questa settimana le parole che personalizzavano lo spettacolo che abbiamo visto per voi. Lo spettacolo racconta di Clitennestra ma vuole rivederne il mito classico con lo sguardo di Marguerite Yourcenar, con una poesia e una musicalità a fare da contraltare, così lo descrivevamo la settimana scorsa. In effetti lo spettatore viene letteralmente coinvolto dalla due attrici in scena e sommerso dalla musica che lo accompagna.
Giochi di colori, sfondo blu, luci basse e il rosso a dominare la scena.
Una bella serata, con un pubblico che ha a lungo applaudito, con un solo mio rammarico: non sono riuscita a intervistare per voi le attrici che (forse provate o insolitamente timide) sono sparite e vista la tarda non ho atteso il loro ritorno. Tra il pubblico c’era però una bimba di soli tre anni Cecilia, che nel suo arrossire tra le braccia di mamma e papà mi ha detto che lo spettacolo le era piaciuto molto. Mi ha commosso ricevere da questa piccola spettatrice, che seduta davanti a me ha letteralmente divorato lo spettacolo, una così sincera impressione.
Clitennestra è un mito classico, denso di attualità, molto femminile e molto forte.
In scena come premesso non si è visto l’assassinio del marito ma le parole pronunciate dalle due attrici erano molto forti. Non so dire quale messaggio sia passato a Cecilia, ma la sua presenza spero sia un sinonimo ed un auspicio di una bella ripartenza per il teatro e per la nostra società. Complimenti a Isabella Caserta e Jana Balcan del Teatro Scientifico.
E’ stata una serata densa di pubblico, qui immagini e video e la quinta puntata di “A Telefono Spento” di Giovanni Bertani, con il suo sguardo particolare, quasi alieno e quasi perso nei frammenti da ricomporre e nella ricerca del tutto.
A telefono spento
E CINQUE
Tu e il tuo amico siete seduti in sala. Guardate fuori. I vostri telefoni portatili sono spenti, chiusi dentro un comodino e avvolti nella stagnola. Gli dici che ti fa sentire ridicolo.
«Perché non vuoi capire che i 5G sono in verità un veicolo per renderci più suscettibili al contagio? E che il vaccino ha il solo scopo di iniettarci un siero che ci rende come gli alieni?».
Non sai neanche perché lo ascolti, ma lo fai. Tu vivi di disabitudini alla realtà. E il caldo è una realtà che ti uccide da cinque settimane, non c’è modo di farci l’abitudine. Allora fantastichi, accogli le farneticazioni come se fossero una fuga.
Fantastichi sulla vicina, per esempio: sempre gli stessi gesti ripetuti, sempre gli stessi movimenti, sempre le stesse espressioni.
«Non è un’attrice» dice il tuo amico, «sta facendo le prove per il ritorno del suo uomo. Lo attende come Clitemnestra e come Clitemnestra lo ucciderà».
«Non ucciderà nessuno»
«È posseduta. Un alieno posseduto per uccidere».
La follia del caldo si è impossessata di lui. Devi fuggire da qui, pensi. Ma non c’è alcuna possibilità. Sei in un villaggio, un villaggio globale dal quale non è possibile fuggire.
«Siamo tutti prigionieri. Vogliono informazioni» dice il tuo amico.
«Chi è al comando? Chi è il numero uno?».
E capisci che tu sei un numero come un altro. Anche il numero uno è un numero come un altro e nessuno ci può fare niente. Ci sono le videocamere di sorveglianza. I telefoni sono controllati, la tua vita non ti appartiene.
State per uscire e squilla il telefono di casa.
«Non rispondere, sono loro».
Tu rispondi lo stesso. Sollevi la cornetta e senti le scariche elettriche come se qualcuno rovistasse nella linea. Voci lontane, straniere, come provenissero non da altri luoghi ma da altri tempi. E poi finalmente una voce chiara, distinta.
«Mario, sei tu?».
«Non sono Mario» rispondi.
«Mario, torna a casa, ti prego, torna a casa. Vieni via da lì».
«Ma chi parla?».
Ancora fruscii e sussurri come preghiere lungo il cavo, poi il silenzio. Un silenzio freddo, inesplicabile, di qualcuno che ascolta le parole che dici.
Metti giù la cornetta. Hai voglia di scappare, ma non si può, ti inseguiranno ovunque tu vada: vantaggi della globalizzazione, della profilazione. Un villaggio assurdo.
Tu non hai il diritto di chiedere, ma hai il diritto di tentare.
Allora aspetti. Aspetti al caldo. E vorresti strapparti la pelle di dosso come un serpente e sgusciare libero.
Sfogliamo insieme cosa ci riserva la settimana e le parole chiave che vi sveleranno la frase finale. Innanzitutto vi segnaliamo un piccolo cambio di programma questa settimana, che inizierà il
13 luglio – ore 21:30
“Che paura!” – Spettacolo per famiglie con Ditta Gioco Fiaba.
Così viene presentato questo spettacolo, adatto dai 4 anni in su: “Dottor Mostroid riceve nel suo studio solo nelle notti di luna piena e conosce tutti i segreti dei mostri e delle creature più spaventose. Lupi mannari, streghe, vampirotti vanno dal dottore per confidarsi con lui e pare che alcuni di loro abbiano paura dei bambini… Ma come? non dovrebbe essere il contrario?”
Per esorcizzare la paura e per conoscere meglio i propri mostri.
VAMPIRI la parola dello spettacolo.
14 luglio – ore 21.30
“La cultura come cura – la cura come cultura” incontri e riflessioni. Ospiti della serata dott.ssa Stefania Rocchi psicologa, Davide Battistini manager e Mario Mascitelli. In collaborazione con Aurora Domus/Centro Giovani Federale.
Una serata di riflessione culturale in un momento dove psicologia e teatro possono aiutare la ripresa. Per conoscere meglio i problemi del nostro tempo e per comprendere come affrontarli con l’aiuto di esperti del campo.
CULTURA E PSICHE le parole della serata.
15 luglio – ore 21.30
“Dietro l’angolo – vetrina delle compagnie del territorio” – “Perché uno stop è uno stop!” – Spettacolo brillante con Ennio Cantoni e Monica Mirandola. Associazione On Art per la regia di Matteo Bartoli (regia)
Una avventura nelle aule di giustizia, davanti al Giudice di Pace, il protagonista dovrà dimostrare la sua innocenza. Maia, la dottoressa che dovrà emettere la sentenza si dimostra poco propensa all’ascolto e pare compiere il suo lavoro con non poca distrazione.
La storia divien presto comica e quasi assurda, con l’intento dichiarato di volerci ridere su per distruggere le maschere sociali, i luoghi comuni e per essere fuori dal politically correct.
SENTENZA la parola dello spettacolo.
16 luglio – ore 21.30
MicroFestival “Luci della ribalta – dal varietà al cabaret” – “Aperitivo Cabaret” spettacolo di Cabaret con artisti di Zelig e Colorado Cafè – A cura dell’Ass. Cult. Micronomicon
Un’altra serata all’insegna della comicità e per un aperitivo insolito con gli artisti di Zelig e Colorado Café.
APERITIVO la parola dello spettacolo.
Tutti gli eventi saranno presso il Centro Giovani Federale di Via XXIV Maggio a Parma, per la rassegna Spazi d’Ozio del Teatro del Cerchio. La prenotazione è OBBLIGATORIA tramite sms o whatsapp al numero 351/5337070 oppure alla casella di posta prenotazioniteatrodelcerchio@gmail.com e l’ingresso è a OFFERTA LIBERA.
La frase della settimana è dunque:
VAMPIRI, CULTURA E PSICHE, per arrivare alla SENTENZA in tempo per l’APERITIVO.
Seguiteci in questo viaggio.
(13 luglio 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata