articolo e foto di Isabella Grassi
Si è tenuto il 2 maggio presso la sede dell’UPI in Strada al Ponte Caprazucca a Parma un importante convegno organizzato dalla associazione L’Ottavo Colore.
Al tavolo dei relatori erano presenti Cesare Azzali per UPI, Giuseppe Iotti per GIA, l’assessora Caterina Bonetti per il Comune di Parma, Elena D’Epiro come Presidente della associazione L’Ottavo Colore, l’avv. Gianola Bazzini come Presidente del CPO dell’Ordine degli avocati di Parma, l’avv. Brugnoli per il Centro Antidiscriminazione “un arcobaleno per Parma”, che si sono soffermati sui vari aspetti per così dire maggiormente istituzionali dell’argomento, illustrandone chi la necessità (Azzali) di interpretare le regole perché si adeguino alla dimensione collettiva dove ciascuno possa esprimersi e non rimanerne escluso, chi (Iotti) come oltre ai diritti sia importante porre l’accento sulle responsabilità che le imprese devono assumersi nei confronti del personale in questi momenti non facili, chi (Bonetti) ha posto l’attenzione su come sia importante per la tematica dell’inclusione l’argomento lavoro, quale luogo primario per la dignità delle persone e la loro realizzazione, chi invece come l’avv. Brugnoli , l’avv. Gianola Bazzini e Elena D’Epiro sugli aspetti normativi dalla Costituzione (art 1 e 2 in particolare) soffermandosi sulla distinzione o presunta tale (D’Epiro) tra diritti sociali e diritti civili, concludendo come non esista di fatto un diritto civile che non porti a parlare di un diritto sociale, del Codice di Pari Opportunità (Dlgs 198/2006) ed in particolare dell’art 36 (avv. Gianola Bazzini) che oltre che parlare del CPO ha spiegato l’importanza della consigliera di parità introdotto dal codice suddetto, del DLgs 216/2003 (avv. Brugnoli) e di come introduca tra i fattori discriminanti l’orientamento sessuale ma nel contempo come trascuri il concetto di identità sessuale intesa come percezione di sé stesso e delle diverse declinazioni delle discriminazioni in campo lavorativo (dirette e indirette o molestie) parlando poi in particolare di come il Centro Anti Discriminazione “Un Arcobaleno per Parma” si prefigga di favorire strumenti di conoscenza e discriminazioni anche potenziali offrendo sia ai singoli che agli enti una formazione sia giuridica che psicologica.
Interessanti poi anche l’intervento personale di Raffaele Crispo, attivista della associazione promotrice dell’evento che ha svolto la funzione di moderatore, il quale ha sottolineato come il convegno sia stato pensato non solo per chi era presente tra il pubblico, dimostrando interesse all’argomento ma anche e soprattutto per gli assenti. Crispo ha infatti spiegato come molti, pur invitati, non hanno avuto il coraggio di essere presenti per non essere “identificati”. Un passaggio importante quello illustrato da Raffaele con la frase: “il lavoratore deve vivere e sentire per quello che è”. L’esigenza di un ambiente “aperto” nelle aziende è importante non solo per quei lavoratori con orientamento sessuale LGBTQIA+ ma anche per quei lavoratori con parenti, figli o amici.
Ecco quindi che appare particolarmente importante la testimonianza fornita da Massimo Consonni della Laumas Elettronica, azienda di automazione industriale di Montechiarugolo che è convinto come le aziende debbano essere creatrici di cultura e modelli e di come l’inclusività vada estesa e come sia portatrice di una maggiore creatività.
Che la cultura sia importante è ben noto sia a Raffaele che a Elvis, provetti poeti. Vi è stata pertanto la lettura della poesia da loro scritta (la cui lettura ad opera di Elvis è nel video insieme al testo scritto a questo link).
Dopo l’apporto delle sindacaliste presenti Paola Bergonzi (CGIL) che ha sottolineato come non si possa parlare di settori più o meno inclusivi a prescindere, ma di come la differenza in concreto la facciano le persone, Angela Calç (CISL) e Mariolina Tarasconi (UIL) che hanno sottolineato come sia importante che i sindacati inseriscano delle “buone prassi aziendali” che nel mondo lavorativo deve vedere in parallelo non solo l’inclusione professionale ma anche la parità professionale e perciò accanto ad azioni di contrasto si debbano mettere in atto azioni in positivo.
Alcuni suggerimenti per le Buone Prassi scorrevano nelle slide del convegno e sono allegate qui, (pdf) come gentilmente fornite dall’organizzazione.
Spiega Crispo come infatti l’assunzione di modi e atteggiamenti consoni da parte dei datori di lavoro possano far sé che l’ambiente lavorativo aziendale divenga più fiendly nei confronti degli omossessuali e dei loro famigliari, siano essi, dipendenti, fornitori, clienti, consulenti esterni o altro.
Le buone prassi quindi servono innanzitutto per favorire l’accoglienza delle persone LGBTQIA+ nel mondo lavorativo e per tale ragione vanno evitate azioni discriminatorie in particolar modo dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere e per tali ragioni le eventuali raccolte dati devono essere rispettose di tali aspetti.
In chiusura di convegno l’intervento della dottoressa Antonia Restori (in parte nel video) che ha subito dichiarato di voler parlare ai manager aziendali, ha sottolineato come le aziende le facciano le persone.
Lei, dipendente della AUSL, è stata sostenuta dalla propria azienda, lei transessuale attualmente in causa per diffamazione con una nota testata giornalistica per essere stata oggetto di una notizia scandalistica di contenuto sessuale, lei responsabile del centro di terapia della famiglia.
Ecco quindi che solo intervenendo sui top manager, formando la leadership aziendale si può dare una svolta al cambiamento.
Riferisce la dottoressa Restori come da un recente sondaggio Europeo destinato ai giovani dai 14 ai 22 anni alla domanda “in che genere ti riconosci?” il 40% ha risposto: “in nessun genere”.
E’ quindi un problema generazionale che ci porta a considerarci inseriti in ruoli di genere, ma come occorrerà ancora molto tempo per comprenderne appieno la portata e come occorra agire con cautela e delicatezza nell’affrontare la formazione (soprattutto in ambito scolastico) di questi argomenti. Formazione, leadership, lavoro ma soprattutto umanità. Non dimentichiamoci queste parole.
(3 maggio 2023)
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