di Marco Maria Freddi #Politica twitter@parmanotizie #Parma
Perché gli italiani non hanno ancora quel senso civico, di comunità, che è alla base di ogni grande paese?
Quando nel 1932 il giornalista tedesco Emilio Ludwig, dopo sei mesi di permanenza in Italia per scrivere un libro sull’Italia e sugli italiani, andò ad intervistare Mussolini, gli chiese: “Deve essere ben difficile governare gente così individualista ed anarchica come gli italiani…”, Mussolini rispose: “Difficile? Ma per nulla. E’ semplicemente inutile.”
Massimo D’Azeglio, patriota italiano, ha detto: “Gli Italiani hanno voluto far un’Italia nuova e loro rimanere gli Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina; […] pensano a riformare l’Italia e nessuno s’accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro.”
La realtà dei fatti è che noi italiani, non abbiamo mai veramente maturato quella coscienza e quel senso civico di appartenenza a una Comunità, che invece contraddistingue molti altri popoli Europei. La visione dell’insieme, il bene comune sono ancora concetti sconosciuti per molti abitanti della penisola: ognuno è sempre troppo impegnato a far valere il proprio singolo interesse trascurando quello del prossimo dove il “prossimo” è già troppo occupato a salvaguardare i suoi privilegi.
Questo è il motivo per cui, stimolare la partecipazione dei cittadini alla gestione della “polis”, intesa come patrimonio comune, capace di concretizzare azioni di responsabilità sociale collettiva e territoriale è davvero difficile.
Le iniziative dei “cittadini” dei comitati parmigiani di questi giorni, le loro contraddittorie richieste sono per lo più strumentalizzazioni politiche di chi sa fare leva sul sentimento diffuso di “salvaguardare i propri privilegi”.
(31 maggio 2019)
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