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Venerdì 1 febbraio, alle ore 17,30, è in programma il primo evento organizzato per festeggiare i dieci anni di attività della Biblioteca Internazionale “Ilaria Alpi”, caratterizzati dal mettere al centro le persone e le loro storie, i lettori in ogni lingua, le geografie politiche e culturali, le letterature mondiali, il ruolo centrale dell’informazione.
L’occasione di incontrare i temi di riferimento della Biblioteca Ilaria Alpi è offerta dal fotografo parmigiano Marco Gualazzini che, dialogando con Andrea Gambetta di Fondazione Solares delle Arti, presenterà il suo libro fotografico “Resilient”, una testimonianza sull’Africa contemporanea raccolta in 10 anni di scatti.
“Resilient” è il primo libro di Marco Gualazzini, fotografo che collabora con le più importanti riviste nazionali e internazionali, il cui lavoro è rappresentato dall’Agenzia Contrasto. “Resilient” presenta i suoi reportage realizzati in Africa dal 2009 al 2018. Arricchiscono il volume i testi di Domenico Quirico e Gianluigi Colin.
La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. Marco Gualazzini cerca di raccontare proprio questa capacità dell’Africa, puntando il suo obiettivo alla ricerca di storie da raccontare con le immagini.
Questa sua ricerca è iniziata indagando il rapporto tra religione, stregoneria e malattia mentale nell’Est del Congo, dove quando realizzò il servizio esisteva un solo ospedale psichiatrico e dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato. Si è poi occupato dello sfruttamento minerario che coinvolge sempre il Congo, della guerra in Mali, dello stupro come arma di guerra (ogni anno in Congo vengono stuprate 15.000 donne) e delle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana. Gualazzini ha poi raccontato le condizioni del Sudan del Sud, della Somalia, probabilmente uno dei paesi più inaccessibili, dove gli stranieri (e i governativi) sono bersaglio di Shabaab. L’ultimo lavoro è del 2018, e testimonia la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico.
Come sottolinea Gianluigi Colin nel suo testo che chiude il volume, “sono storie di donne violentate in Congo, di bambine somale in un perenne viaggio per scappare dalla fame, di ragazze nei campi profughi in Ciad, ma sono anche racconti sui crudeli miliziani a nord del Mali, i membri del Ganda Koy, ovvero i “Figli della terra” (hanno fatto migliaia di morti tra i Tuareg), con i mitra in mano mentre indossano una maglietta di una squadra di calcio come simbolo di paradossale rispettabilità. Oppure, ecco le storie del disperato cammino della gente dei Monti Nuba, nel tentativo di sfuggire ai bombardamenti e ai massacri del governo del Sudan”.
Pagina dopo pagina, le immagini percorrono e testimoniano “quasi un giro intero del Continente”, accompagnate da lunghe didascalie che sono dei veri e propri racconti paralleli, per un’immediata contestualizzazione delle situazioni e degli eventi immortalati dalla macchina fotografica di Marco Gualazzini.
(30 gennaio 2019)
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